Quando l'Oceano Scavalcò le Ande

9526 a.c. il diluvio universale
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Nel 9526 a.C. un asteroide ferroso di 1,6 km piomba dagli spazi siderali sulla Groenlandia, fa un buco di 31 km e innesca un processo di cambio dell'asse di rotazione. Poi istantaneamente il giroscopio Terra ruota inclinato di 23,2° rispetto all'eclittica solare: è la fine del mondo.

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SKU: 9788827233771 Autore: Claudio Barbiero Produttore: Edizioni Mediterranee

Nel 9526 a.C. un asteroide ferroso di 1,6 km piomba dagli spazi siderali sulla Groenlandia, fa un buco di 31 km e innesca un processo di cambio dell'asse di rotazione. Poi istantaneamente il giroscopio Terra ruota inclinato di 23,2° rispetto all'eclittica solare: è la fine del mondo. Gli oceani lasciano il loro alveo e continuano a girare, a 40.000 km al giorno, attorno al loro vecchio asse, travolgono tutto e tutti, scavalcano le più alte montagne della Terra: è il diluvio universale che lascia numerose ed evidenti tracce in tutto il mondo. Sulle Ande riempie, a più riprese, gli invasi di acqua salata che, a causa dei fortissimi venti, evapora in fretta e ora si possono ammirare i magnifici Salar, splendenti testimonianze di quel cataclisma. Dove non ha lasciato il sale, l'acqua ha ricoperto tutto con una coltre di detriti di 10, 20, 40 metri di spessore: i Moai dell'Isola di Pasqua, la piramide di Cholula, le colline della Turchia... A Gobekli Tepe, un sito della civiltà prediluviana, sepolto dai detriti, è stata rinvenuta a ridosso di una splendida colonna in granito, una manciata di pollini datati 9526 a.C. Guarda caso è proprio il periodo in cui è finita l'Era Glaciale: 11.550 anni fa, quando il sole cominciò a scaldare i Poli, a sciogliere i ghiacci e a rialzare il livello dei mari.