Preghiera Come Colloquio con Se Stessi

15.00In stock15.00

Questo scritto va ora dunque dedicato a quei cercatori che, aperti alla realtà misteriosa dell’essere umano e consapevoli di trovarsi di fronte all’indicibile, non si aspettano spiegazioni prive di obiezioni, ma possono vedere come le parole scaturiscono

Are you buying outside of Italy? contact us on info@harmonia-mundi.it
Per acquisti fuori dall'italia contattaci su info@harmonia-mundi.it

Sono disponibili 1 pezzi

  • loader
SKU: 8149 Autore: P. Johannes Kopp Produttore: Libreria Editrice Aseq

La sollecitazione a mettere in parole l’elemento essenziale della contemplazione-zen di LEBEN AUS DER MITTE mi è stata offerta dal Prof. Tomas Halik, relatore nel convegno Giornata dei Sacerdoti e Diaconi nel Vescovato di Essen tenuto il 13.01.2014. Il Prof. Halik al termine della sua relazione disse di avere sentito da un collega giapponese che una via di accesso alla Sacra Scrittura al fine di un’esperienza di fede è ottenibile solo attraverso la pratica dei koan. Alcuni confratelli mi chiesero come tutto ciò si dovesse intendere.
In questo scritto io tento, per quanto possibile, di rispondere a questa domanda, ben consapevole però dei limiti del linguaggio e delle mie possibilità.
Questo scritto va ora dunque dedicato a quei cercatori che, aperti alla realtà misteriosa dell’essere umano e consapevoli di trovarsi di fronte all’indicibile, non si aspettano spiegazioni prive di obiezioni, ma possono vedere come le parole scaturiscono dall’osservazione di un cuore ardente.
Come osservazione e solo come osservazione: “non ardeva in noi il cuore” (Lc. 24,32), anche noi, se siamo sulla via della contemplazione-zen, diciamo che ci apprestiamo a fare esperienza e a riconoscere nel Vero Sé il fondamento della realtà del mistero, prestando attenzione alla richiesta: “Domandatevi se siete nella fede. Non avete riconosciuto che Gesù Cristo è in voi! In caso contrario voi come credenti avreste già fallito” (2 Cor. 13,5). Questo nella corrispondenza di trovare se stessi e trovare Dio, anche se mai nell’identità, piuttosto in un reciproco accrescimento di intensità.
Così affronto il tema “preghiera come colloquio con se stessi” nel quale il Vero Sé si manifesta non come un ego ipertrofico ma come un far spazio al noi secondo le parole eucaristiche: “questo è il mio corpo offerto per voi”.
Per ridurre gli equivoci i singoli concetti non vanno isolati  ma si devono leggere nel loro contesto chiarificatore. Anche il Prof. Tomas Halik rivolge questa richiesta ai suoi lettori: “Probabilmente anche un uomo che non ha mai studiato la filosofia del linguaggio di Wittgenstein, ne condivide il principio secondo il quale scopriamo il vero senso di una frase non nella frase stessa ma nel contesto nel quale la frase è detta o è scritta” (Libro “Berühre die Wunden”, 2013). Presento questo scritto nella sua incompletezza secondo il motto del nostro programma: “ogni nostro sforzo è un gesto del chiedere.” (Johannes Kopp - Mülheim an der Ruhr Giugno 2014)»