La Voce dell'Antica Madre

E dei modi per cercare di poterla ancora udire
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Secondo alcuni studiosi del Mito vi fu un tempo in cui la religiosità delle genti fu rivolta sopratutto all’aspetto femminile della divinità.

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Secondo alcuni studiosi del Mito vi fu un tempo in cui la religiosità delle genti fu rivolta sopratutto all’aspetto femminile della divinità.
Quel lontanissimo periodo fu denominato età della Madre o era dell’Argento.
Si può supporre che in quel tempo esistettero delle sacerdotesse che praticavano dei culti che avevano lo scopo di creare tra le donne, e la Dea primigenia alla quale esse si rivolgevano, una tale sintonia da fare in modo che alcune di esse potessero divenire sempre più simili a Lei fino a diventarne il riflesso e la manifestazione nel mondo.
 Del resto nei tempi antichi era ben contemplata la possibilità di farsi talmente simili agli Dei da entrare a far parte della loro dimensione. Ma se questa possibilità fu cantata e descritta in numerosi poemi epici arcaici di molte parti del mondo con riferimento ad un uomo, ben pochi spunti di un’analoga trasformazione femminile possono essere trovati nell’antica letteratura. Forse le donne quando intraprendono tale trasformazione, quando iniziano il viaggio che può portare a fondersi con l’antica Dea Madre, preferiscono farlo con maggior riservatezza, operando con più discrezione e silenzio degli uomini.
E sicuramente, anche se esistono ben poche fonti che ne parlino, si può ritenere che il processo di iniziazione della donna, la sua integrazione nella Dea Madre sia avvenuto e forse, pur con molte maggiori difficoltà dei tempi antichi, potrebbe ancora avvenire.
È proprio della possibilità di una ricerca iniziatica femminile che tratta il presente libro.
In esso l’Autrice immagina che delle donne che sentono in sé la nostalgia degli antichi tempi della Madre, si rivolgano all’antica Dea ed instaurino con Essa un dialogo, durante il quale ricevono tutta una serie di consigli e di suggerimenti aventi lo scopo di aiutarle a diventare, malgrado i tempi, delle sue figlie.
A realizzare cioè in se stesse lo stesso stato di perenne armonia, di gioia e di naturale spontaneità, che caratterizzava le antiche sacerdotesse dell’antica Grande Madre.